Le tempistiche del recupero crediti
Nell’ambito del recupero crediti insoluti il fattore tempo può rivelarsi determinante sotto vari aspetti. Non solo infatti è consigliabile agire tempestivamente nell’avviare la procedura necessaria a ottenere quanto dovuto – per dimostrare più agevolmente l’esigibilità del credito e aumentare significativamente le possibilità di successo – ma è opportuno altresì conoscere termini e limiti fissati per la prescrizione e sapere cosa aspettarsi circa i tempi del recupero crediti una volta intrapresa un’azione giudiziaria.
Tempistiche recupero crediti: dal decreto ingiuntivo alla causa ordinaria
Dando per scontato l’interesse di abbreviare quanto più possibile i tempi necessari per rientrare delle somme vantate, si sottolinea come il creditore abbia di fronte a sé diverse strade, alcune delle quali più rapidamente e facilmente percorribili facendosi affiancare da avvocati e consulenti specializzati nelle specifiche procedure al fine di attuare le strategie più utili e funzionali all’obiettivo.
Dopo una prima fase di sollecito al pagamento e i primi step stragiudiziali nella medesima direzione – che se risultassero già efficaci rappresenterebbero senza dubbio l’opzione più rapida di recupero del credito – il creditore in possesso della documentazione necessaria atta a dimostrare il mancato pagamento può depositare un ricorso per ottenere, in tempi relativamente brevi, l’emissione di un decreto ingiuntivo.
In assenza di opposizione della parte debitrice, l’atto sopra menzionato diventa esecutivo dopo 40 giorni dal perfezionamento della relativa notifica e a seguito dell’apposizione della formula, la quale consente di avviare un’azione di pignoramento dei beni del debitore nella misura atta a soddisfare le pretese del creditore.
Qualora il credito sia associato ad un titolo che diventa esecutivo alla relativa scadenza quali ad esempio una cambiale o un assegno, il debitore, a seguito della notifica dell’atto di precetto, dispone di 10 giorni per corrispondere la somma dovuta ed evitare l’esecuzione forzata.
Allorché il debitore muova opposizione entro i termini previsti dalla legge, si rende invece necessaria una causa ordinaria, con conseguenze evidenti sulla durata del procedimento. Ottenere quanto spetta attraverso una causa ordinaria può richiedere al creditore da alcuni mesi a diversi anni a seconda della complessità del caso, del tipo di opposizione avanzata dalla controparte e, non ultimo, in base all’importo contestato.
Tempi di prescrizione nel recupero crediti
Indipendentemente dalle possibili evoluzioni giudiziarie di una procedura di recupero crediti, ritardare l’avvio delle pratiche di sollecito e riscossione può rivelarsi controproducente e incidere negativamente sulle chance di ottenere l’importo rimasto insoluto.
Non può poi essere trascurato l’elemento prescrizione, che rende impossibile far valere i propri diritti nei confronti del debitore a distanza di anni. I termini di prescrizione relativi alle procedure di recupero crediti sono in linea generale fissati a 10 anni, periodo oltre il quale il mancato pagamento non può più essere perseguito per via giudiziale.
Esistono, tuttavia, specifiche tempistiche applicabili a casi molto comuni e che è quindi preferibile conoscere. Ad esempio, i crediti derivanti dall’affitto di immobili si prescrivono in 5 anni, mentre quelli vantati per prestazioni lavorative in 3 anni.
Anche per risolvere dubbi su questo fronte è bene, nella posizione del creditore, agire il prima possibile e rivolgersi a specialisti del settore in grado di fornire una valutazione dettagliata sul singolo caso, sia rispetto alle tempistiche del recupero che alle concrete possibilità di riuscita.