Assegno protestato: tutto quello che c’è da sapere
L’esigenza di recuperare un credito può avere origine da diverse situazioni e tra queste lo scoprire, al momento dell’incasso, di avere in mano un assegno scoperto. Conoscere le conseguenze e anche la modalità più corretta per risolvere la questione risulta di notevole importanza sia per il creditore che per chi ha emesso l’assegno e si trova necessariamente a dover rispondere dell’accaduto.
Un assegno scoperto può infatti, in quanto tale, essere protestato dal creditore.
Assegno protestato, di cosa si tratta
Assegno scoperto e assegno protestato: differenze
Un assegno scoperto è un assegno che non è possibile incassare in quanto sul conto corrente dal quale dovrebbe essere prelevato l’importo dovuto non sono disponibili somme sufficienti.
Un assegno protestato è un assegno scoperto per il quale è stata eseguita una precisa procedura sanzionatoria nei confronti di chi ha emesso il titolo.
Conseguenze immediate di un assegno protestato
Per l’emissione di un assegno a vuoto (senza provvista) è possibile incorrere in una sanzione tra i 516 e i 6.197 euro, ritrovarsi segnalati alla Centrale di Allarme Interbancaria (CAI) come cattivo pagatore e vedere avviata in Prefettura una procedura di protesto a proprio carico. Questa può terminare con l‘iscrizione al Registro dei Protestati della Camera di Commercio oltre che con il conseguente ed eventuale pignoramento dei beni nella misura necessaria a soddisfare il creditore.
Per gli assegni su piazza il creditore dispone di otto giorni di tempo dall’emissione dell’assegno scoperto per chiederne il protesto. Per gli assegni fuori piazza il termine per protestare l’assegno è invece di 15 giorni dalla data di emissione. Qualora il debitore provveda al pagamento entro gli stessi termini, il protesto può essere annullato. In caso contrario al debitore resta la possibilità di un pagamento tardivo, entro 60 giorni dall’emissione dell’assegno, per evitare conseguenze più gravose. Regolando il pagamento dell’assegno scoperto entro 60 giorni, chi lo ha emesso è comunque tenuto a corrispondere una penale del 10% sull’importo facciale, a pagare gli interessi calcolati sul tasso legale e a coprire le spese del protesto.
È importante notare che, oltre alle sanzioni pecuniarie, il debitore può subire ulteriori restrizioni finanziarie. Ad esempio, l’iscrizione alla CAI comporta il divieto di emettere nuovi assegni per un periodo determinato e la revoca di tutte le autorizzazioni di utilizzo di carte di credito e bancomat. Inoltre, la segnalazione alla CAI può influire negativamente sulla reputazione creditizia del debitore, limitandone l’accesso a future opportunità di credito, mutui e finanziamenti.
Assegno protestato, recupero credito e riabilitazione del debitore
Qualora l’insolvenza non venga risolta nell’immediato è necessario avviare una procedura di recupero crediti su assegno protestato. Il creditore in possesso di un assegno protestato può dunque procedere alla notifica di un atto di precetto, finalizzato a recuperare le somme che gli spettano. Il precetto è una comunicazione formale, necessariamente scritta, notificata tramite a.r. o pec al debitore per intimargli di saldare il dovuto entro un termine fissato in 10 giorni dal perfezionamento della relativa notifica.
Il creditore ha 6 mesi di tempo da quando l’assegno è risultato scoperto per inviare l’atto di precetto. Qualora siano già trascorsi 6 mesi non è più possibile sfruttare la carta del precetto ma è ancora possibile depositare un decreto ingiuntivo in Tribunale, forti dell’assegno da considerarsi quale prova del credito vantato.
È bene ricordare che sia l’atto di precetto che il decreto ingiuntivo regolarmente notificati hanno l’effetto di interrompere i termini della prescrizione del debito.
Il debitore che provvede infine al pagamento dell’assegno scoperto ha diritto a riabilitare la propria posizione ricevendo dal creditore una quietanza liberatoria, autenticata dall’ufficiale incaricato presso il Comune, che provi l’avvenuto saldo di quanto dovuto, maggiorato delle penali e delle spese di protesto. La quietanza consegnata dal creditore al debitore consente a quest’ultimo di considerarsi ufficialmente libero dall’obbligazione contratta e di evitare o cancellare l’iscrizione nel registro dei protesti, con tutto ciò che ne consegue in termini di futuro accesso al sistema creditizio.
Aspetti operativi del recupero crediti su assegno protestato
È importante sottolineare che è possibile richiedere un accertamento patrimoniale sulla parte debitrice. Questo permette di ottenere informazioni dettagliate sulla situazione patrimoniale del debitore, inclusi eventuali altri conti correnti e proprietà immobiliari o di beni mobili. Tali informazioni sono cruciali per individuare le risorse pignorabili e aumentare le possibilità di recupero del credito.
Inoltre, nel caso in cui l’assegno protestato perda la sua forza di titolo esecutivo dopo i sei mesi dalla data di emissione, resta comunque una prova scritta del credito. In questo scenario, il creditore può presentare una richiesta di decreto ingiuntivo al tribunale, avviando così una procedura legale per ottenere il pagamento del debito. Questo percorso, pur essendo più lungo e complesso, garantisce comunque la possibilità di recuperare le somme dovute.
Infine, è consigliabile che i creditori monitorino costantemente la situazione finanziaria dei debitori e agiscano prontamente in caso di insolvenza. La tempestività è un elemento chiave per evitare che i debiti si prescrivano e per massimizzare le possibilità di recupero del credito attraverso le opportune azioni legali.
Modalità alternative di risoluzione delle controversie
Oltre alle procedure legali standard, i creditori possono considerare l’opzione di soluzioni alternative per risolvere le controversie derivanti da assegni protestati. Una di queste è la mediazione civile e commerciale, che offre una via più rapida e meno costosa per raggiungere un accordo tra le parti. La mediazione può essere particolarmente utile nei casi in cui il debitore mostra buona volontà nel risolvere la questione ma necessita di condizioni di pagamento più flessibili.
Durante la mediazione, un mediatore imparziale facilita le negoziazioni tra il creditore e il debitore, aiutandoli a trovare una soluzione accettabile per entrambe le parti. Se viene raggiunto un accordo, questo ha valore legale e può essere esecutivo, evitando così ulteriori complicazioni e tempi prolungati delle cause giudiziarie.