Antitrust e concorrenza sleale: di cosa si tratta

Che cos'è l'antitrust? Concorrenza leale e sleale

Vocabolo inglese entrato da tempo nel linguaggio comune, con antitrust si è soliti indicare sia l’insieme di norme mirate alla tutela della libera concorrenza sui mercati, sia l’organo incaricato di vigilare sul rispetto di tali norme. Volendo tradurre il concetto in italiano potremmo parlare di una legislazione antimonopolistica.

Ma di cosa si tratta esattamente, e quando è nata l’esigenza di un complesso normativo di questo tipo?

Che cos’è l’antitrust

Risalgono al 1600 le prime testimonianze dell’esigenza di leggi specifiche mirate a contrastare monopoli, oligopoli e cartelli tra le imprese creati a danno della concorrenza. Sarà però solo nella seconda metà del 1800, e più precisamente nel 1889, che il Canada aprirà la strada a una vera e propria legislazione in materia. L’anno successivo è al Congresso degli Stati Uniti che si deve quella che è tradizionalmente considerata la prima legge antitrust, lo Sherman Antitrust Act, emanata su proposta del senatore John Sherman.

Obiettivo primario delle normative antitrust è da sempre garantire e regolare il meccanismo della concorrenza, impedendo abusi dettati da una posizione dominante a danno di altre imprese e del consumatore. Leggi antitrust efficaci fanno sì che ciascuna impresa possa e debba agire in modo indipendente dai competitor e che una forte e libera concorrenza tra le imprese, senza forme di cartello tra i produttori, porti a un’offerta di beni e servizi più ampia, qualitativamente valida e conveniente.

L’AGCM

Ora che abbiamo fatto brevemente il punto su cosa è l’Antitrust, vediamo più nel dettaglio come funziona la normativa antitrust nel nostro Paese e quali sono i principali ruoli e ambiti di azione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).

In Italia è la legge 287 del 10 ottobre 1990 a definire le norme per la tutela della concorrenza e del mercato e a istituire un’autorità amministrativa indipendente e autonoma dall’esecutivo incaricata di vigilare sulla loro applicazione. Gli ambiti di intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sono principalmente quattro:

La tutela della concorrenza mira ad evitare che le aziende possano accordarsi con i propri competitor e coordinarsi a danno del consumatore finale e di altri concorrenti. L’AGCM interviene anche in caso di presunti abusi che riguardino i prezzi di mercato e vigila che eventuali fusioni tra più aziende non accentrino eccessivo potere in un unico gruppo al punto da rendere insostenibilmente impari la competizione.

La tutela del consumatore da parte dell’AGCM assume fin dall’origine la forma di controllo e segnalazione della pubblicità ingannevole, con qualsiasi mezzo sia essa diffusa. Dal 2005 in poi i poteri del Garante in quest’ambito vengono ampliati estendendosi di fatto a tutte le pratiche commerciali che possano ritenersi scorrette nei confronti del cliente finale, incluse eventuali clausole contrattuali vessatorie all’atto di acquisto di un bene. Aumentano contestualmente i comportamenti sanzionabili e l’importo delle sanzioni.

La legge 215/2004 mira ad evitare che chi governa possa agire in nome di interessi privati in conflitto con l’interesse pubblico. L’AGCM è incaricato di vigilare sull’esistenza di possibili conflitti di interesse per i titolari di cariche governative.

Il rating di legalità può essere richiesto da aziende operanti in Italia, iscritte al Registro delle Imprese da almeno due anni al momento della richiesta e con un fatturato minimo di due milioni di euro. Di questo indicatore si terrà conto per la concessione di finanziamenti da parte della PA e per l’accesso al credito bancario.

Nella legislazione europea e italiana le sanzioni pecuniarie per il mancato rispetto delle norme antitrust possono raggiungere il 10% del fatturato per ogni anno di violazione.

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